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Roberto Mucelli a Rizzo di Repubblica (lettera non pubblicata)

Egregio Vicedirettore,

in merito alla sua replica al presidente LAV mi urge precisare che i termini "credere" e "scienza" costituiscono un ossimoro, considerato che la natura del pensiero scientifico si fonda su dubbio, curiosità e attitudine alla verifica, elementi estranei a qualsiasi "credo". A meno che lei non affermi di voler credere non alla scienza ma proprio agli "scienziati", che in effetti è la lettera del suo discorso. In questo caso lei tratterebbe la scienza come un corpus univoco, il che, mi permetta, è concettualmente errato, come insegna Thomas Khun.

Gli scienziati a cui lei "crede" (è perfino bizzarro scriverlo e vedere quanto i due termini se accostati possano essere dissonanti) utilizzano per lo più un paradigma riduzionista e neo-positivista (non è un insulto, ma una scelta di campo); altri scienziati, orientati più verso il paradigma della complessità e della fenomenologia per quanto riguarda la filosofia della mente, studiano e utilizzano invece metodi alternativi all'uso di animali nella sperimentazione. La ricerca che non usa animali è fondata su metodi scientifici e su tecnologie molto avanzate, come potrà verificare in maniera autoptica se avrà la disponibilità di cliccare: https://www.oltrelasperimentazioneanimale.eu

È del tutto evidente che la scienza, come ogni altra attività umana, sia mossa anche da questioni legate al potere, alle carriere, ai finanziamenti, alla visibilità. E questo non lo dico io ma lo insegna Paul Feyerabend. Il fatto che gli scienziati a cui lei "crede" abbiano porte aperte da parte degli organismi che erogano finanziamenti per la ricerca, dei media e del mainstream intellettuale e politico (una di loro occuperà a vita un seggio del nostro Senato) non li rende più scienziati di coloro che seguono altri metodi, con aperture mediatiche e finanziamenti decisamente inferiori, ma permanendo a pieno titolo nell'ambito di ciò che è definibile come scienza. Se quindi lei fosse dalla parte della scienza, e non di alcuni (pur se in maggioranza numerica) scienziati, sarebbe quindi, forse inconsapevolmente, anche dalla parte della scienza che lavora per il superamento della sperimentazione animale, e magari sarebbe anche contro ogni oscurantismo ed interpretazione della scienza come se fosse la quarta "religione del libro". Solo a quel contesto infatti riserverei l'affermazione "credo".

Cordialità.


Prof. Roberto Mucelli

docente scuola di specializzazione in psicologia clinica (Università Roma Sapienza)

O.S.A. Oltre la Sperimentazione Animale

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